Locazioni: interessi legali sul deposito cauzionale

Il deposito cauzionale è la garanzia basilare richiesta quando un proprietario dà in locazione un immobile, su cui il proprietario si rivarrà in caso di danni accidentali o per il mancato rispetto delle altre condizioni contrattuali.

Si tratta di una somma (che, per legge, non può essere superiore al valore di tre mensilità del canone) che viene, per l’appunto, depositata alla stipula del contratto dal conduttore e che il locatore gli restituirà al termine del rapporto di locazione, una volta rilasciato l’immobile e riconsegnate le chiavi, previa verifica (soprattutto) dello stato dei luoghi.

Non tutti sanno che quel deposito è fruttifero di interessi legali che il locatore deve corrispondere al conduttore, annualmente o in modo cumulativo.

In mancanza di un patto scritto contrario e di particolari esenzioni, gli interessi sono sempre dovuti e nella misura prevista dalla legge.
Generalmente, il calcolo degli interessi legali sul deposito cauzionale si basa su un tasso d’interesse stabilito annualmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Attualmente, esistono due tipi di calcolo degli interessi differenti, ossia:

  • interessi semplici, quando questi vengono calcolati solo sul capitale originale del deposito cauzionale. Ad ogni scadenza stabilita (solitamente annuale), l’inquilino riceverà una somma fissa di interessi basata sull’importo del deposito;
  • interessi composti, quando interessi accumulati vengano reinvestiti e aggiunti al capitale iniziale del deposito. In questo modo, l’importo totale degli interessi ricevuti dall’inquilino nel tempo sarà maggiore.

 

Per calcolare gli interessi sulla cauzione d’affitto si utilizza una formula matematica semplice: I = C x S x N / 36500, nella quale (C) rappresenta il capitale, ovvero l’importo del deposito cauzionale; (S) il tasso di interesse legale o contrattuale applicato agli interessi; (N) indica il periodo di tempo di riferimento per il conteggio degli interessi; e 36500 rappresenta il numero di giorni in un anno civile moltiplicato per 100, al fine di ottenere una percentuale.

Normalmente, il tasso d’interesse non è così alto da generare interessi significativi, ma nei periodi di grande inflazione (come accaduto di recente) lo scenario cambia.
Facciamo un esempio: se aveste stipulato il contratto 3 anni fa e fosse in scadenza, ipotizzando che il deposito ammonti a € 3.000,00 e tenendo conto che il tasso d’interesse legale era pari allo 0,1% nel 2021, all’1,25% nel 2022 e addirittura al 5% nel 2023, sappiate che dovrete ricevere indietro circa € 200,00 di interessi.

Badate bene, se il locatore ritarda o rifiuta la restituzione della caparra d’affitto quando dovuta, il conduttore ha il diritto di agire, presentando un “decreto ingiuntivo” al fine di richiedere il rimborso entro 10 anni dalla risoluzione del contratto di affitto.